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Camola del larice

Ecco un' esca esclusiva per la trota di montagna, tanto poco usata, quanto valida ai fini del risultato!
Si tratta della larva di un'altro insetto, la sirice gigante, grossa vespa montana lunga fino a 45 mm, che trascorre l'estate, ronzando nelle ore più calde della giornata. Le femmine depongono le uova nelle ceppaie dei larici e dei pini abbattuti o in via di deperimento, nel cui morbido legno poi le larve si scaveranno lunghe e tortuose gallerie.
La ricerca della larva non è molto facile, ed a volte occorre menare colpi d'ascia per tutta la ceppaia, per individuare i caratteristici fori che denunciano la presenza delle camole. Attenzione a non confondere i piccoli bruchi prodotti dalle formiche, con quelli delle camole, che sono più larghi!
Quando le avremo trovate, non bisogna conservarle tutte assieme, poiché queste sode e gialle larve si divorerebbero a vicenda con le loro potenti tenagliette. Inoltre fuori dal legno vivrebbero pochissimo.
Vanno quindi tenute singolarmente, in piccole cellette fatte in precedenza in cubi di legno con un trapanino.
Per evitare che fuoriescano, si pone un coperchio di plastica o di metallo, trattenuto da un robusto elastico. Innescheremo una larva alla volta, su un amo n. 8, di tipo fine, forandola per l'intera lunghezza, nel senso addome-testa.
Produttiva quasi sempre solo oltre i 1200 metri, la camola trova il suo miglior sfruttamento in buche ed anfratti, dove l'acqua è più calma e profonda.
Ed è bene usarla all'alba: difficilmente rende nelle ore assolate del giorno.
E' dunque un'esca per le fresche battute mattutine dell'estate.
Ma non delude mai, nemmeno in giornate di cattivo tempo.