Il suo nomignolo più diffuso è verdina, ed è un'esca eccellente per la pesca a fondo del barbo. Il periodo migliore da usarla coincide col mese d'aprile, quando i barbi, lasciati i rifugi invernali, rientrano in corrente, apprestandosi alla frega.
Per la ricerca delle verdine occorre recarsi sugli stessi torrenti ove prosperano i gatoss, con la sola differenza che le prime sono reperibili anche a maggiore altitudine.
La verdina è una larva acquatica, come lo sono del resto tutte le larve di effimere, per cui la cercheremo sollevando i massi del fondo, cui sta aggrappata.
La riconosceremo facilmente da altri eventuali animaletti, perché, a differenza di tutti questi, si metterà a correre sulla pietra rivoltata, cercando di portarsi nella parte sottostante.
La sua forma inoltre è inconfondibile: triangolare, con la testa larga e addome appuntito, da cui si originano tre filamenti divergenti.
La larva si conserva in frigorifero, in scatole con trucioli di legno o borracina completamente asciutta.
Per la pesca del barbo, si innescano due larve, la prima delle quali infilzata totalmente per coprire il gambo dell'amo, la seconda invece trapassata leggermente sulla schiene, dall'addome verso la testa.
L'amo sarà del n. 12 a gambo lungo, scuro e forgiato.