All'inizio del secolo le canne erano in bambù, pesantissime, e richiedevano al pescatore un braccio d'acciaio. Poi, negli anni '50 comparvero le canne telescopiche in conolon: materiale sintetico robusto ma ancora pesante con cui si realizzarono canne via via più leggere e resistenti. Seguì la fibra di vetro, spesso abbinata al conolon: le parti della canna a sezione maggiore erano di conolon, quelle più sottili e il cimino in fibra di vetro. Sembrava che non ci potesse essere niente di meglio fino alla comparsa negli anni '80 delle canne in fibra di carbonio che rivoluzionarono il peso e il rapporto tra rigidità ed elasticità. La tecnica di trattamento del carbonio si è quindi ulteriormente evoluta e il carbonio è stato lavorato con intrecci lamellari, a nido d'ape, a strati, e con intrecci incrociati che riducono ulteriormente le sezioni e il peso delle canne, pur mantenendone la robustezza ed elasticità. Attualmente al carbonio si sono affiancati altri materiali come il baron, il kevlar, il titanio, il litio, l'amorphous e la fibra di ceramica. Il carbonio è comunque sempre presente, non è più solo, perché viene mescolato con le suddette fibre. La fusione e l'assemblaggio di questi materiali la cui distribuzione sul corpo della canna viene ormai studiata e progettata esclusivamente al computer, hanno permesso la creazione di canne sempre più sofisticate.