Per essere usata come esca, la frutta deve essere molto matura, perciò, di qualsiasi specie essa sia, avremo sempre a che fare con un boccone fragile. L' albicocca ed il fico, sbucciati, sono estremamente morbidi e perché reggano in fondo alla lenza, dopo averne fatti pezzi lunghi 4 o 5 centimetri, larghi 2, occorre passarci dentro l'amo tre volte, facendolo entrare ed uscire. Si usa cioè il metodo della cucitura, che abbiamo già visto per la milza di pollo.
Inoltre si deve lanciare con attenzione, evitando gli scatti bruschi, altrimenti i pezzi del frutto finiranno per terra, dietro le nostre spalle.
Gli ami saranno del n. 9 a gambo corto, fini, di colore bianco per il fico e dorato per l'albicocca.
Altro frutto eccellente per la pesca è la ciliegia. E' preferibile innescarne metà su un amo brunito, dello stesso tipo indicato sopra.
Per appendere all'amo il mezzo frutto, prima lo si trafigge dall'esterno verso
l'interno, facendo uscire l'amo dall'incavo che ospitava il nocciolo, poi si rinfila l' amo nella polpa interna e lo si fa risbucare fuori.
L' uva si innesca in maniera meno laboriosa. Si spinge la curva dell'amo nel foro del chicco fino a sfondare la parte interiore; dopodiché si infila la punta nella buccia.
Logico che stavolta occorre un amo a gambo lungo, e lo sceglieremo della misura 8-9, fine e bronzato.
Le more, sia di rovo che di gelso, danno ottimi risultati nei tratti di fiume con vegetazione a ridosso, dove qualche mora può finire in acqua naturalmente.
Innescheremo more intere su ami n. 9-10-11, a seconda delle dimensioni del frutto, fini, scuri, a gambo corto.
La bacca di sambuco rappresenta un ulteriore asso nella manica per la pesca alla passata in correnti non troppo veloci! Se ne innescano due o tre nere "palline" su amo del n. 10.
Chiudiamo il discorso frutta con l'arancia, fantastica esca invernale. E' l'unico frutto con cui si peschi in inverno, e se ne innesca mezzo spicchio alla volta, dopo averlo in parte sbucciato.
Si usano per l'occasione ami dorati n. 9-10.
La frutta va considerata esca quasi esclusiva per il cavedano, e, come la maggior parte delle esche non vive, richiede una pasturazione da eseguirsi almeno due giorni prima della pesca.